UN EMENDAMENTO PER SALVARE LA FONDAZIONE DEL LIBRO
Nelle ultime ore della seduta di Consiglio Regionale di ieri, mi sono occupato personalmente, insieme al Presidente Chiamparino, al capogruppo PD Davide Gariglio e all’Assessora Parigi, della questione Fondazione del Libro. Ma facciamo un passo indietro per comprendere quale fosse il quadro della situazione.
Nell’Assemblea dei soci della Fondazione del Libro tenutasi il 16 ottobre era emerso un serio problema di bilancio: la svalutazione del marchio del Salone del Libro, avvenuta in seguito alle vicissitudini dello scorso anno, avrebbe comportato un inevitabile passivo di bilancio, che in qualche modo andava affrontato. Come spiega bene Gabriele Ferraris nel suo editoriale di ieri (QUI l’articolo completo), dopo le prime voci allarmistiche sull’entità presunta di tale debito, le opzioni che si prospettavano per la Fondazione del Libro erano 3: “A un certo momento qualcuno si è reso conto che liquidare la Fondazione non sarebbe una passeggiata di salute: ci vorrebbe tempo, tanto tempo. Il liquidatore, una volta nominato, dovrà fare l’inventario dei beni e metterli in vendita, recuperare i crediti, pagare i debiti; e nel frattempo, fare il Salone 2018. Perché in tal caso sarebbe il liquidatore l’incaricato di fare il Salone. Anche l’ipotesi di non liquidare la Fondazione bensì svuotarla affidando ad altri l’organizzazione del Salone non sembra più tanto semplice. Si scatenerebbe una lotta di potere fra la Regione, che punterebbe sull’affidamento al suo Circolo dei Lettori, e il Comune, che vuole passare il Salone alla sua Fondazione Cultura. […] E nell’attesa che la guerra di potere finisca, il Salone molto probabilmente andrebbe a rotoli. Resta una terza possibilità: rilanciare la Fondazione pagando i debiti, varando un piano industriale e ricostituendo il fondo di dotazione. Si può fare? Fino a ieri dicevano di no. Ma le cose cambiano”.
Nella giornata di ieri la Regione Piemonte ha deciso infatti, innanzitutto per volontà del Presidente Chiamparino, di prendere in mano la situazione. Per noi la Fondazione del Libro non è un voce di costo da liquidare quando crea problemi e da recuperare quando vogliamo “intestarci” i meriti degli esiti del Salone del Libro… Abbiamo uno sguardo più ampio, in forza del quale abbiamo deciso di fare un intervento diretto e immediato che facesse chiarezza sulla situazione finanziaria e sul destino dell’ente, per garantire a questa importante realtà culturale torinese il futuro che merita. Da un’analisi incrociata dello stato dei conti della Fondazione e delle nostre disponibilità economiche regionali, è derivato, come riportato da Lo Spiffero (QUI l’articolo completo) il mio emendamento all’assestamento di bilancio che “consentirà […] di tenere in vita la Fondazione, attingendo dalle casse di piazza Castello le risorse necessarie a rimpinguare il fondo di dotazione ed evitando, così, la liquidazione. È quanto è stato concordato dal presidente della commissione Cultura Daniele Valle e l’assessore Antonella Parigi: un modo per garantire al governatore anche la necessaria copertura politica nel momento in cui dovrà confrontarsi con gli altri soci – a partire dalle banche – e con quei soggetti che potrebbero aiutarlo finanziariamente: dalla Camera di Commercio all’Unione industriale, passando per le fondazioni bancarie“.
Questa mattina, come riportato da Repubblica (QUI l’articolo completo), si è aggiunto un ulteriore ed importante partner per questa operazione, rappresentato da Banca Prossima: “Una nuova linea di credito annunciata con Banca Prossima, istituto nella galassia del gruppo Intesa San Paolo che sostiene il mondo no profit. La corsa contro il tempo per salvare la Fondazione per il Libro fa un passo avanti e può contare per il momento sul sostegno della banca con cui la Fondazione già opera. A questo si sommano i contributi della Camera di Commercio, che potrebbe mettere sul piatto 300-400mila euro e la disponibilità incassata dall’Unione industriale“.
L’impegno della giunta e del Partito Democratico in Consiglio Regionale per il salvataggio della Fondazione del Libro è stato chiaro e tempestivo, e sarà nostra cura continuare a mantenere tutta l’attenzione e la determinazione che servono per proteggere e rilanciare una delle pietre miliari del nostro panorama culturale piemontese.
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