[Articolo del 24-09/2018 per Nuova Società]
Oggi in Consiglio Regionale abbiamo approvato il disegno di legge n. 301 “Procedure edilizie per il riuso, la riqualificazione e il recupero dell’edificato”, con cui stabilizziamo e coordiniamo le norme su riuso degli edifici, ampliamenti dell’esistente, recupero dei rustici e dei sottotetti, allargando la possibilità di intervento e collegandola alla necessità di riqualificare il nostro patrimonio edilizio, spesso vetusto, specie dal punto di vista energetico e strutturale.
Abbiamo ridotto il numero di leggi, fatto uscire dalla precarietà le norme del piano casa, offerto uno strumento legislativo più semplice e accessibile per il cittadino, mantenendo in mano ai Comuni la facoltà di governare il processo.
È un’apertura forte ad intervenire sul costruito, con la finalità di offrire una opportunità appetibile alternativa al consumo di suolo: un’alternativa fino ad ora poco presa in considerazione con esiti disastrosi per il nostro Paese, il suo paesaggio e il suo rischio idrogeologico. E anche per un mercato in cui la quantità, disgiunta dalla qualità, ha portato a un crollo verticale dei prezzi.
Ed è il prerequisito per un altro cambiamento culturale, ancora tutto da costruire: quello relativo all’aspettativa che un campo vicino all’abitato debba prima o poi diventare per forza edificabile o alle previsioni edificatorie senza un termine temporale, che diventano un valore di carta su cui fondare un’economia finta.
In questi primi sei mesi del 2018, in Italia si sono consumati 3 metri quadri al secondo di suolo agricolo, oltre 7000 campi di calcio. Carlo Petrini, all’apertura del Salone del Gusto, ha detto: «Il consumo di suolo sta generando sconquassi, cosa aspettiamo a metter mano a una legge che governi il suolo che è il bene primario per l’agricoltura?».
Ora che il mercato è fermo, che è così ampia la possibilità di recupero di edificato inutilizzato, che le previsioni demografiche sono in discesa, è tempo di mettere un punto al consumo di suolo e recuperare sulla qualità l’esistente, prevedendo anche il ritorno a verde di superfici costruite.
Già la legge 56 del 1977 sull’urbanistica prevedeva di evitare “ogni ulteriore consumo di suolo” tra le sue finalità; prima dell’estate abbiamo depositato in Consiglio Regionale il disegno di legge 302 “Norme urbanistiche e ambientali per il contenimento del consumo del suolo.”
Su di noi pesa la grande responsabilità di portarla in approvazione prima della fine del mandato.