Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) ha depositato un’ordinanza con cui dispone l’archiviazione per sei consiglieri regionali del gruppo PD della scorsa legislatura e chiede l’imputazione per quattro altri consiglieri (Gariglio, Reschigna, Lepri e Motta). I pubblici ministeri (PM), al termine di un anno di approfondite indagini condotte dalla Guardia di Finanza, avevano invece chiesto l’archiviazione per tutti.
Ora la decisione passa nelle mani di un nuovo giudice, che dovrà decidere se rinviarli a giudizio, come ha richiesto il GIP, o archiviare le loro posizioni, come hanno chiesto i PM.
Prosegue intanto, al Tar e al Tribunale, l’accertamento su presunte irregolarità nell’autenticazione delle firme raccolte a sostegno della lista del PD.
La domanda che mi fanno in molti: ma è tutto come prima, come con Cota? No.
Le spese contestate ai 4 consiglieri del PD sono relative alla scorsa legislatura e a tutti i consiglieri del PD non viene contestata alcuna spesa di acquisto di oggetti per uso personale o di proprio arricchimento (diversamente dagli altri). Inoltre in questa legislatura sono stati DEL TUTTO aboliti rimborsi e vitalizi.
Le firme vengono invece contestate sull’autenticazione. Nessun candidato o firmatario inconsapevole (diversamente da prima).
E in entrambi i casi, prima di dar giudizi, aspettiamo l’esito del lavoro della magistratura. Il suo compito è proprio quello di controllare tutti, indifferentemente dal colore politico.