Con la legge 9/2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” la Regione Piemonte si è dotata di diversi strumenti per combattere la piaga del gioco d’azzardo e le sue devastanti conseguenze sociali e sanitarie. Strumenti sanitari e di rete, dispositivi per gli amministratori locali per intervenire sugli orari, distanze da rispettare, interventi di formazione e promozione.
In particolare, lunedì 20 novembre è scaduto il termine di 18 mesi che era stato concesso ai gestori di bar e tabaccherie per rimuovere le macchinette, qualora si trovassero a “ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da:
- a) istituti scolastici di ogni ordine e grado;
- b) centri di formazione per giovani e adulti;
- c) luoghi di culto;
- d) impianti sportivi;
- e) ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario;
- f) strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori;
- g) istituti di credito e sportelli bancomat;
- h) esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati;
- i) movicentro e stazioni ferroviarie”.
Ai gestori di sale gioco e scommesse è stato fissato un termine più lungo per adeguarsi: questo perché per loro si tratta di una attività esclusiva, rispetto alla quale non resta che spostarsi o chiudere. Un bar o un tabaccaio si presume abbiano la loro principale fonte di reddito nell’attività principale.
La legge è il frutto di un percorso di unificazione, fatto dal consiglio regionale tra il DDL 126 della Giunta Regionale, il PDL 112 a prima firma Vignale (centrodestra) e il PDL 158 dei comuni di Chivasso, Settimo, Caluso, Ivrea, tutti presentati nel 2015. Tutti i progetti di legge prevedevano distanze minime da rispettare dai luoghi sensibili e un tempo, inferiore rispetto al testo approvato, per adeguarsi.
Il testo finale è stato approvato dal consiglio all’unanimità.
A settembre si è invece finalmente stipulato un accordo Stato – Regioni – Anci che porta a una progressiva riduzione delle slot presenti sul territorio, stimata del 35%. Tuttavia l’accordo, proprio per la tenace presa di posizione delle regioni, ha fatto salve le normative più restrittive eventualmente previste dalle Regioni. La norma piemontese infatti dovrebbe portare alla chiusura del 70% dei punti giochi.
Detto tutto questo, dov’è il problema? Da dove nasce la querelle di questi giorni?
Il governo, nella persona del sottosegretario Baretta ha espresso preoccupazione per la riduzione del gettito fiscale, chiedendo una proroga all’entrata in vigore della norma (qui un’intervista con la sua posizione). Problema vero, sollevato male . La competenza in materia sanitaria delle Regioni è granitica, così come i costi, a carico delle Regioni stesse, della presa in carico delle persone che cadono in questa dipendenza. Non è un nuovo proibizionismo, ma la presa d’atto di una evidenza: in materia di gioco d’azzardo è l’offerta che genera la domanda e non viceversa. Inoltre, non è certo una proroga a risolvere eventuali problemi… la logica delle proroghe distrugge alla base la fiducia e l’affidamento nell’ordinamento giuridico da parte del cittadino.
Il presidente Chiamparino ha trasmesso formalmente le preoccupazioni del governo al Consiglio Regionale, dove tutti i gruppi, ancora all’unanimità, hanno ribadito contrarietà a ogni intervento dilatorio, prendendo anche atto che, dal punto di vista procedurale, non ci sarebbero mai stati i tempi necessari per modificare la legge.
Ci sono altre questioni che si pongono, serie, che si possono affrontare con calma: definire le norme tecniche per misurare le distanze, effettuare una mappatura efficace del territorio, come tutelare colui che rispetta le distanze e “subisce” l’arrivo di una nuova struttura sensibile nel raggio di tutela, come organizzare la dismissione degli apparecchi. A mio giudizio sono interventi amministrativi, tuttavia penso che il consiglio avrebbe la capacità e la responsabilità di farsi carico anche di eventuali correttivi legislativi. Nel rispetto degli obiettivi che ci siamo dati: combattere la piaga del gioco d’azzardo nella maniera più netta e chiara possibile.
Nel corso del Consiglio Regionale di martedì 21 novembre, la maggioranza ha proposto un atto di indirizzo in cui ha ribadito la propria posizione di supporto alla Giunta nell’attuazione della legge, rivendicando con orgoglio una scelta che colloca il Piemonte all’avanguardia nella lotta a questa grave patologia.