Da Europa – di V. Cosenza
Le elezioni politiche di quest’anno hanno davvero segnato un punto di svolta nella partecipazione politica attraverso la rete?
Uno nuovo studio del Censis rivela che la maggioranza degli italiani preferisce ancora informarsi attraverso i media tradizionali: l’80,9% privilegia i telegiornali come fonte, ma tra i giovani il dato scende al 69,2% ed è molto vicino al 65,7% che indica Google e al 61,5% che preferisce Facebook. Anche l’opinione politica della maggioranza si forma prevalentemente attraverso i mass media, ma il 14% dei giovani dichiara di aver scelto il social network più grande del mondo. Sono dati che non sorprendono più di tanto considerato il ritardo tecnologico (banda larga) e culturale che affligge il nostro paese: meno della metà dei connazionali si collega ad Internet una volta al mese e meno di un quarto lo fa una volta al giorno.
Indubbiamente quest’anno è cresciuto il numero di persone e di conversazioni in rete sulla politica durante i mesi delle elezioni. In tre mesi, da ottobre a dicembre, con le tecnologie di Blogmeter avevamo rilevato 7 milioni di documenti (articoli, post, tweet, commenti) apparsi su siti, blog, forum, newsgroup, social network. Lo stesso numero si è registrato da gennaio al 23 febbraio, nel cuore della contesa elettorale.
Poi man mano l’interesse verso i temi politici è calato fino a raggiungere livelli molto bassi durante i mesi post insediamento del governo Letta. Si registra un calo del 40% delle discussioni in rete e dell’engagement (la partecipazione che si esprime anche attraverso like, condivisioni, retweet) sui social network. In particolare dal 1° maggio al 17 giugno si nota su Twitter una flessione generalizzata delle menzioni di partiti e leader rispetto al corrispondente periodo precedente: Scelta civica perde l’83%, il Partito democratico il 60%, Grillo e il Movimento Cinquestelle il 48%, il Popolo della libertà il 31%, Renzi il 44%.
Sul fronte Facebook emerge un fenomeno inusuale: una serie di persone hanno deciso di disiscriversi dalle pagine di Grillo e del M5S. La prima perde ben 6013 fan, la seconda 2394. L’engagement complessivo (ossia la somma di like, commenti, condivisioni, post spontanei in bacheca) scende per tutti, ad eccezione della Lega: Monti cala del 93% (anche perchè non scrive più un post da marzo), il Popolo della libertà del 70%, Silvio Berlusconi del 56%, il Partito Democratico del 54%, Grillo del 32% e il Movimento Cinquestelle del 28%.
Si tratta in parte di cali fisiologici dopo la scorpacciata delle politiche, ma segnalano anche un certo disinteresse e un’incapacità dei partiti di coinvolgere con contenuti originali e temi forti i propri sostenitori nelle fasi post elettorali.