Patrimonio linguistico piemontese
Torino, 18 ottobre 2016
[Questo articolo è tratto dal sito del Consiglio Regionale del Piemonte, QUI la versione originale]
Il provvedimento – illustrato dalla relatrice di maggioranza del gruppo Pd e dai relatori di minoranza dei gruppi M5S e Lega Nord – si propone di superare e migliorare la legge precedente, il cui articolo 1, nel 2010, era stato dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e di permettere alla Regione, nel rispetto della Costituzione e dello Statuto del Piemonte, di “valorizzare e promuovere, nei limiti delle proprie competenze, il patrimonio linguistico e culturale piemontese, nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser, incentivandone la conoscenza”.
A tal fine la Regione intende mettere in campo, mediante misure a carattere annuale o pluriennale, una serie d’interventi – attraverso la programmazione e la realizzazione in proprio, in partenariato con soggetti della pubblica amministrazione o con l’assegnazione di contributi a enti terzi – per conservare e valorizzare il patrimonio storico e linguistico piemontese, con particolare riguardo alla toponomastica, alle ricchezze artistiche e architettoniche, alla vita religiosa, alle usanze, ai costumi, all’ambiente naturale e antropizzato; sviluppare attività attinenti il mantenimento e la valorizzazione dell’identità linguistica e culturale delle comunità per incrementare le attività economiche e produttive importanti per la permanenza delle popolazioni nei luoghi d’origine; sostenere attività culturali, iniziative ed eventi per la conoscenza, la valorizzazione, la promozione, l’uso e la fruizione del patrimonio linguistico piemontese e le creazioni artistiche, teatrali, musicali, letterarie e cinematografiche sia sotto il profilo del riconoscimento della tradizione culturale sia come impulso per nuove realizzazioni legate al contesto contemporaneo; consentire agli enti locali d’introdurre progressivamente, accanto alla lingua italiana, l’utilizzo di elementi del patrimonio linguistico piemontese nei propri uffici e in quelli dell’amministrazione regionale presenti sul territorio; promuovere l’insegnamento del patrimonio linguistico e culturale piemontese, anche attraverso corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti e corsi facoltativi per la popolazione, ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche; incentivare, anche attraverso forma di collaborazione con gli atenei e associazioni e centri culturali qualificati, la ricerca storica e scientifica sul patrimonio linguistico e culturale piemontese; sostenere forme di collaborazione e scambi culturali con altre comunità che presentano elementi di affinità e condivisione del medesimo patrimonio culturale linguistico anche al di fuori del territorio italiano; realizzare, d’intesa con le emittenti pubbliche e private, trasmissioni culturali relative al patrimonio linguistico; sostenere attività dedicate all’uso della rete informatica e delle nuove forme di comunicazione, finalizzate alla creazione di banche dati e istituire borse di studio per tesi di laurea relative al patrimonio linguistico piemontese.
Viene inoltre istituita una Consulta permanente per la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico nominata dal presidente della Giunta e composta dal presidente medesimo, da tre consiglieri regionali, di cui uno espressione delle minoranze, e cinque esperti in materia. La Consulta dura in carica quanto il Consiglio regionale ed è ricostituita entro novanta giorni dall’insediamento della nuova legislatura. La Giunta regionale, previo parere della Consulta e della Commissione consiliare competente, approva – con cadenza triennale – il programma di attività e le linee d’indirizzo e riconosce come Festa del Piemonte le ricorrenze che favoriscono la conoscenza della storia della regione, ne illustrano i valori di cultura, costume, civismo e valorizzazione del patrimonio linguistico culturale.