Riforma del Decentramento
La progressiva riduzione delle risorse a disposizione delle Circoscrizioni ha ormai posto questi organismi nell’impossibilità di svolgere decorosamente le funzioni loro assegnate.
Da diversi anni si parla di riformare il decentramento torinese, dotandolo di maggiori competenze e strumenti, istituendo finalmente le municipalità come nelle altre grandi aree metropolitane d’Italia e d’Europa.
Solo a Torino (chissà, un retaggio fordista?) c’è chi si intestardisce a pensare che accentramento faccia rima con efficientamento, dimenticando le esigenze di accessibilità dei servizi e partecipazione politica della cittadinanza.
In assenza di proposte, i Presidenti delle 10 Circoscrizioni hanno elaborato un documento di indirizzo che verrà proposto nei Consigli Circoscrizionali e in Consiglio Comunale, al fine di far ripartire una discussione necessaria e importante.
Sono proposte interessanti, che meritano approfondimento e una traduzione in concreto, almeno in considerazione di un percorso condiviso da tutti i territori torinesi e partito – veramente – dal basso.
Il documento si compone di 3 parti più una. La prima infatti è una cronistoria dell’evoluzione del decentramento torinese, fenomeno di partecipazione e miglioramento dei servizi al cittadino che ha avuto in Torino una delle città più all’avanguardia.
Segue una parte dedicata al dimensionamento ottimale dell’ente decentrato, per il quale si apre alla possibilità di rivisitare i confini e i numeri attuali, ma con un occhio di riguardo ai vicini della cintura metropolitana e alle scelte operate dalle altre città metropolitane d’Italia. Le dimensioni devono comunque consentire un’adeguata distribuzione di servizi sul territorio, accessibilità e partecipazione.
La seconda parte è dedicata alle competenze, rispetto alle quali si richiede innanzitutto un riordino tra le previsioni dello Statuto mai attuate, quelle ormai desuete e quelle invece sovrapposte tra Comune e Circoscrizioni. In secondo luogo si richiede di investire sulle Circoscrizioni come ente di partecipazione e di scelta, dotato di competenze esclusive e pareri vincolanti: nessuno partecipa si si decide altrove!
Il documento invita in questo senso anche a distinguere tra decentramento burocratico (avvicinamento di servizi al cittadino) e politico (avvicinamento al cittadino del luogo della scelta): al tempo di internet e della metropolitana, il secondo può essere rivisto.
Infine il documento parla di organi, indicando un rafforzamento del tasso di democraticità dell’ente decentrato: elezione diretta del Presidente, distinzione trai ruoli esecutivi e quelli consiliari, valenza esterna della Giunta.
Si tratta di indirizzi che, se tradotti in realtà, sapranno migliorare la qualità, l’efficienza e la democraticità dell’azione amministrativa della nostra Città.
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