Dopo la pausa estiva sono ricominciati i lavori del Consiglio Regionale. Sono ricominciati davvero, perché dall’insediamento di fine giugno alla pausa estiva abbiamo fatto poco più che prendere contatto con la nuova realtà, esaminare il programma dei vari assessori nelle commissioni, svolto i primi adempimenti formali.
Cosa succederà invece in Circoscrizione, ora che sono stato eletto in Regione?
La risposta è molto semplice e in coerenza col mio piccolo percorso politico ho rimesso il mandato nelle mani del Consiglio della Circoscrizione (ecco l’audio del 25/9). Il presidente di Circoscrizione, come il Consigliere Regionale, è un impegno serio, gravoso e il massimo dell’impegno rischia di non essere ancora abbastanza.
In molti mi hanno chiesto di rimanere, per ottime ragioni: mancano solo due anni, l’apprezzamento per il lavoro fin qui svolto, la possibilità di sfruttare sinergie Regione-Circoscrizione, l’impegno preso a inizio mandato. Nessuna di queste però coglie nel segno, perché quello che abbiamo fatto e quello che faremo nei prossimi due anni è frutto del lavoro di un gruppo a cui non smetterò di portare il mio contributo, anche se in un ruolo diverso. Abbiamo un programma (siam pure stati gli unici a stamparcelo!) e un’idea di comunità da costruire intorno alla Circoscrizione, patrimonio dei consiglieri della maggioranza, della giunta e del circolo Carpanini del PD.
Ci siamo appena lasciati alle spalle il durissimo scontro con il Comune sul bilancio, che ha portato per la prima volta le dieci Circoscrizioni a esprimere parere negativo a un bilancio comunale che umilia i quartieri e i suoi amministratori, sacrificando servizi considerati essenziali dalla cittadinanza, almeno dalle sue fasce deboli. Ora, insieme, sapremo individuare il percorso migliore per il futuro della nostra Circoscrizione.
Dopo 100 mesi dall’inizio del mio percorso alla 3 (era il giugno 2006, ero uno studente, esco padre di famiglia!), grazie all’incontro con tanti politici in gamba, cittadini coscienziosi ed esigenti, dipendenti appassionati e professionali, porto con me una maggior consapevolezza di quanto sia ricco il tessuto sociale del nostro quartiere e una lezione per una politica attenta al territorio, all’ascolto e alla mediazione, capace di dire dei no e di spiegarne le ragioni. Una politica “reperibile”, perché in quartiere tutti sanno chi sei, dove abiti, dove vanno a scuola i tuoi figli, dove fai la spesa, dove vai a correre… perciò non si possono evitare i problemi o le risposte, anche quando non sono piacevoli.
Insomma, grazie.
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