APPROVATA LA NUOVA LEGGE REGIONALE SULLA CACCIA
Nelle sedute consiliari dell’8 e 9 maggio 2018 abbiamo cominciato la discussione sulla Riforma della Caccia in Consiglio Regionale con una pioggia di emendamenti da parte delle opposizioni.
Una legge, questa, che si attendeva da molto tempo, considerato soprattutto il vuoto legislativo lasciato dall’abrogazione della precedente legge operata dalla Giunta Cota per evitare di affrontare il referendum.
A inizio maggio siamo riusciti ad approvare soltanto i primi due articoli, che riguardano la finalità della legge e la questione delle specie protette, già comprensivi di alcune novità. Sono stati infatti introdotti alcuni punti importanti:
- la tutela per le specie di fauna alpina e per gli uccelli già tutelati dalla direttiva comunitaria;
- l’aumento della superficie venatoria minima degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini;
- l’obbligo di una prova di tiro per la caccia di selezione;
- il riconoscimento della possibilità di commercializzare gli animali abbattuti.
Già durante le sedute di inizio maggio era stato approvato anche l’emendamento, con il mio convinto voto a favore, proposto dai gruppi del Partito Democratico e di Scelta di Rete Civica, per l’esclusione dal prelievo venatorio di alcune specie a rischio estinzione (nello specifico: fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca e lepre variabile).
Nella seduta di oggi, 12 giugno 2018, con 29 voti a favore, 17 contrari e due non votanti, abbiamo concluso l’iter e approvato l’intera legge. Altri articoli importanti sono entrati in vigore, nello specifico riguardano:
- la possibilità per i proprietari o conduttori di fondi di vietare la caccia sul proprio territorio;
- le misure straordinarie di controllo della fauna selvatiche come richiesto dalle organizzazioni sindacali agricole e dai sindaci;
- il divieto di cacciare nelle domeniche di settembre.
L’intento che ha animato la scrittura e la discussione di questa legge è stato quello di trovare un equilibrio che consentisse da un lato il libero esercizio dell’attività venatoria, senza però mettere in pericolo nè gli ecosistemi naturali nè l’incolumità delle persone. Legiferare su una materia come questa è stato complesso, considerando il grande numero di interessi e di esigenze di cui tenere conto, ma il risultato finale è un lavoro attento e preciso, di cui siamo davvero fieri.
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