La risposta europea alla crisi dell’occupazione giovanile si chiama European Youth Guarantee. Il programma, che prende forma nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 aprile 2013, mira ad offrire garanzie ai giovani in cerca di lavoro.
Occorre però fare un inciso che dimostra quanto i giovani in politica possono contribuire al rilancio dell’occupazione giovanile: è doveroso ricordare lo sforzo sostenuto dai giovani parlamentari italiani, quando il 5 giugno 2013 presentarono alla Camera dei Deputati una mozione, approvata all’unanimità, sulla scorta della quale il Governo Italiano chiese maggiori fondi europei.
Furono contattati oltre cento giovani deputati degli altri Paesi UE (il problema, con diverse percentuali, riguarda tutti ed il futuro stesso dell’Unione) e prepararono un incontro col Presidente del Parlamento Schulz, prima del consiglio europeo del mese di luglio 2013, dove dopo aver presentato le loro proposte su youth guarantee, ottennero per l’Italia anziché i 400 milioni previsti, spalmati su 6-7 anni, il triplo, cioè 1500 milioni, che saranno concentrati soprattutto nel 2014 e 2015.
Il programma concorre al raggiungimento di tre degli obiettivi della strategia Europa 2020:
- garantire l’occupazione del 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni;
- evitare che gli abbandoni scolastici superino il 10%;
- sottrarre almeno 20 milioni di persone alla povertà e all’esclusione sociale.
Tutti i Paesi dell’UE, e in via prioritaria quelli con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%, per il periodo 2014-2020 riceveranno finanziamenti per l’attuazione di politiche attive di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro a favore dei giovani, ai quali è necessario garantire l’accesso ad “un’opportunità di lavoro qualitativamente valida”.
Per l’Italia si prevedono, come accennato prima, finanziamenti per circa un miliardo e mezzo, al cui concorso parteciperanno
Il Piano di attuazione italiano prevede di estendere l’intervento ai 29 anni, concentrandosi sui giovani della fascia di età 15-29 che non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione (NEET), il cui numero in Italia è di circa 2.250.000.
Entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del sistema di istruzione formale, bisognerà registrarsi al Programma per usufruire dei servizi messi a disposizione: azioni di informazione, orientamento e supporto a carattere universale e azioni svolte dai centri di contatto, in particolare dai Servizi per l’Impiego (SPI), propedeutiche all’offerta di servizi specialistici che prenderanno forma nel cosiddetto Patto di Servizio, finalizzato alla realizzazione di un percorso personalizzato di inserimento nel mondo del lavoro o reinserimento nei percorsi di istruzione formazione.
E’ stato predisposto un portale dedicato www.garanziagiovanipiemonte.it
Attraverso l’iscrizione al sito web il giovane si candida a ricevere entro quattro mesi:
- proposte di lavoro in Piemonte, in Italia e all’Estero;
- proposte di formazione finalizzata all’occupazione e di tirocinio anche fuori regione ed all’estero;
- inviti a partecipare ad iniziative specialistiche di orientamento sulla domanda delle imprese e le opportunità di lavoro;
- servizi informativi circa opportunità nel campo del volontariato, della cooperazione e del servizio civile;
- servizi per conoscere l’offerta formativa post diploma e post laurea al fine di specializzarsi;
- servizi orientativi e di sostegno al rientro in percorsi d’istruzione e formazione finalizzati al conseguimento di qualifiche professionali e diplomi di livello secondario o titoli universitari;
- servizi informativi finalizzati alla creazione di impresa.
Tutto questo sarà operativo dal 1° Maggio 2014, salvo complicazioni, ma ben poco è stato fatto per far conoscere il programma ai cittadini piemontesi.
Cosa vorrei aggiungere al programma piemontese di Garanzia giovani:
- Istituire il servizio Civile Universale in Piemonte
- Investire su digitalizzazione dei Centri per l’impiego, aprendo sportelli direttamente nelle scuole, nelle università, ma soprattutto nei luoghi di aggregazione giovanile, mettendo in rete tutte le piattaforme WEB di ricerca di lavoro e offerta formativa.
- Implementazione dei percorsi orientativi all’interno di tutti gli istituti scolastici delle medie inferiori, coinvolgendo genitori e studenti.
- Inserimento dei percorsi di praticantato e tirocinio delle professioni.
- Una campagna di comunicazione capillare e in grado di portare a conoscenza le famiglie e i giovani di questa grande opportunità.